TANJA CACCIOTTI

TANJA CACCIOTTI

Tanja è nata nel 1970 in Tirolo, Austria, da padre italiano e madre austriaca. Fin da piccola ha sviluppato un forte entusiasmo per l’arte e l’antichità, una passione che ha deciso di trasformare in una professione durante gli studi. Mentre lavorava alla sua tesi di dottorato, ha iniziato la carriera presso il Museo della Hofburg di Innsbruck come vice direttrice. In quel ruolo, si è occupata di sviluppare concetti didattici ed educativi, organizzare visite guidate e workshop, oltre a coordinare mostre. Questa esperienza le ha permesso di acquisire una solida conoscenza nel campo della curatela museale. Nel corso degli anni, ha approfondito le sue competenze nella pianificazione e realizzazione di mostre, curando ogni aspetto dall’ideazione dei temi alla selezione degli oggetti, fino alla collaborazione con artisti e finanziatori. Si è concentrata in particolare sulla comunicazione dell’arte contemporanea, con l’obiettivo di rendere accessibili le tendenze artistiche attuali a un vasto pubblico. La creatività, le capacità organizzative e le eccellenti doti comunicative sono i suoi punti di forza, qualità che le permettono di entusiasmare i visitatori e offrire loro una comprensione più profonda delle opere esposte. Parallelamente, ha lavorato come critica d’arte per giornali specializzati e riviste, occupandosi della recensione di eventi culturali come fiere, mostre e concerti. Dal 2006, la sua attività si è ampliata alla curatela indipendente, all’organizzazione di vernissage e alla gestione di artisti, collaborando con talenti internazionali in Austria, Italia e nel resto del mondo. L’ispirazione per il suo lavoro nasce dalla combinazione di creatività, talento organizzativo e il desiderio di arricchire le persone attraverso l’arte e la cultura. Uno dei progetti di cui è più orgogliosa è “L’arte si collega”, che ha ideato per mettere in contatto artisti locali con talenti internazionali, favorendo così uno scambio dinamico di idee e culture. La pianificazione strategica, la creazione di reti con artisti e sponsor e la gestione efficiente delle risorse sono competenze che ha affinato nel tempo. Nel progettare eventi artistici, cura ogni dettaglio: dall’ideazione del concetto espositivo all’invio degli inviti, dalla realizzazione di cataloghi e manifesti alla gestione dei rapporti con la stampa. Integra spesso performance artistiche come musica, danza, teatro, letture e poetry slam per creare un’atmosfera vivace e stimolante. Grazie alla sua esperienza nella storia dell’arte e nell’archeologia, continua a lavorare come critica d’arte, valutando opere contemporanee secondo criteri storici, estetici e di genere. La sua conoscenza fluente di quattro lingue — tedesco, italiano, inglese e spagnolo — facilita inoltre la comunicazione a livello internazionale, rendendo più agevole la collaborazione con artisti e istituzioni in tutto il mondo.

Cos’è per te l’arte?

L’arte è un linguaggio universale che permette agli artisti di comunicare idee, emozioni e impressioni attraverso forme estetiche che vanno oltre le barriere culturali e geografiche. Per me, l’arte è anche una passione che definisce la mia vita, una vocazione che ho trasformato in professione.

Qual è stata l’esperienza o la mostra che ha influenzato di più la tua carriera e il tuo approccio alla curatela?

Mentre lavoravo alla mia tesi di dottorato, ho iniziato a lavorare come vicedirettrice del museo presso il Palazzo Reale di Innsbruck, in Austria. È stata un’esperienza che mi ha permesso di sviluppare concetti didattici e pedagogici, organizzare visite guidate, workshop e coordinare mostre. Quella posizione mi ha permesso di approfondire la pianificazione e l’organizzazione di eventi artistici in un contesto internazionale.

Nel progetto “L’arte si collega”, qual è stato l’incontro tra artisti che ti ha colpito maggiormente per lo scambio culturale creato?

Uno degli eventi che mi ha colpito più profondamente è stato un incontro di beneficenza a Istanbul nel 2019, in collaborazione con l’associazione culturale Kadınlar. Il tema era “Per coloro che non hanno voce” e coinvolgeva anche la Croce Rossa, in un’iniziativa contro l’oppressione e l’abuso delle donne. È stato un evento multiculturale che ha visto la partecipazione di artisti provenienti da 23 paesi, e ha avuto un impatto emotivo enorme su di me.

Come riesci a mantenere un equilibrio tra la tradizione artistica e le nuove tendenze contemporanee nelle tue mostre?

Viviamo in un’epoca di globalizzazione, dove la tradizione e l’identità locale sono sempre più importanti. Gli artisti si ispirano alle proprie radici, ma allo stesso tempo esplorano nuove forme di espressione. Come curatrice, cerco di bilanciare tradizione e innovazione, integrando nelle mostre tendenze contemporanee come l’arte sostenibile, il riciclo e l’arte digitale, creando una sinergia tra passato e futuro.

Quali sono i criteri principali che usi nella selezione delle opere da esporre in una mostra?

Quando seleziono le opere, valuto diversi fattori come l’estetica, l’espressività, l’emotività, l’originalità e la rilevanza del lavoro. Un buon curatore deve anche tenere conto delle tendenze attuali, delle discussioni politiche e sociali, per rendere la mostra pertinente e significativa. Credo sia importante rimanere aperti a nuove idee e scoprire artisti innovativi.

Ci sono artisti emergenti che ti hanno particolarmente colpito e che vorresti supportare nei prossimi progetti?

Assolutamente sì! Come agente artistica, ho l’opportunità di supportare e promuovere giovani talenti, in particolare quelli provenienti da contesti svantaggiati. È fondamentale offrire loro una piattaforma per farsi conoscere, specialmente in un panorama artistico globale che può essere difficile da penetrare.

Come gestisci le sfide organizzative ed economiche nella realizzazione di eventi culturali complessi?

Le sfide logistiche ed economiche sono inevitabili, ma mi spingono a cercare soluzioni creative. Spesso trovo sponsor o collaborazioni che offrono spazi a costi ridotti o gratuitamente. Un concetto che trovo innovativo è l’idea dell’“Art Hotel”, che crea una sinergia tra artista, location e organizzatore, dando vita a eventi che sono sia economicamente sostenibili che artisticamente stimolanti.

Nel tuo ruolo di critica d’arte, quali sono gli aspetti che consideri fondamentali per valutare un’opera contemporanea?

Quando valuto un’opera, mi concentro su diversi aspetti: creatività tecnica e umana, originalità, espressività, proporzioni, abilità nell’uso del colore e nella composizione. L’opera deve trasmettere emozioni e avere una forte riconoscibilità. È fondamentale che un’opera contemporanea si distingua per la sua capacità di comunicare in modo autentico.

C’è un tema specifico che ti piacerebbe esplorare di più nelle tue future esposizioni?

Sì, uno dei temi che mi affascina particolarmente è l’influenza dell’arte sulla moda e sul design. Mi piacerebbe sviluppare una mostra intitolata “Art Catwalk”, che esplora la connessione tra arte e moda, due mondi che si intrecciano sempre di più.

In che modo le tue competenze linguistiche influenzano la tua capacità di collaborare con artisti e istituzioni internazionali?

Essere poliglotta mi permette di comunicare con artisti e istituzioni in modo diretto e senza barriere linguistiche. Parlo italiano, tedesco, inglese e spagnolo, il che facilita enormemente il mio lavoro e crea un clima di fiducia, evitando malintesi e permettendomi di interagire efficacemente con partner internazionali.

Qual è il messaggio principale che vorresti trasmettere attraverso le tue mostre e il tuo lavoro artistico?

L’arte è un linguaggio universale che può unire le persone, trascendere le barriere culturali e sociali, e dare un senso alla nostra vita. Con le mie mostre, spero di trasmettere l’idea che l’arte è uno strumento di comunicazione che ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda. Voglio che l’arte rafforzi il senso di comunità, la coesione sociale e la comprensione reciproca.

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