TARA JABUL

TARA JABUL, classe ‘89, italo-indiana. Nata sotto il cielo cupo novembrino dello Scorpione, ha conseguito la Laurea in Scienze dei beni culturali e la specializzazione in Storia dell’arte con il massimo dei voti; ha, inoltre, studiato musica per diversi anni prima come violinista e poi in qualità di violista da gamba presso il Conservatorio di musica di Bari “N. Piccinni”. Amante del Cinema, ha studiato Trucco – Effetti Speciali per il Cinema e il Teatro a Roma, sviluppando una passione in particolare per la scultura. Ha una predilezione per il cinema horror underground e il cinema estremo nipponico. Ha lavorato, infatti, per la TetroVideo – Horror film distribution – curando le illustrazioni delle edizioni speciali di film horror estremi, indipendenti e ricercati e curato un blog, assieme ad altri appassionati, per circa un paio di anni dedicato al cinema insolito. Ama leggere, soprattutto di filosofia e scienze segrete, si dedica alla ricerca esoterica e abbraccia un percorso spirituale antico e di matrice indiano. Nel 2023, ha inaugurato la sua prima mostra di acquerelli dal nome “Träume”, sogno in tedesco. Realizza su commissione sculture, disegni, illustrazioni, dipinti.

Quando hai iniziato a muovere i primi passi nel mondo dell’arte?

Ho manifestato da subito interesse per l’arte in generale dimenandomi tra la danza, la musica e la pittura.  L’arte fa parte da me, è sempre stata dentro di me ma a dispetto del mio interesse nato già in tenera età, solo ora sto riuscendo ad esprimermi come avrei voluto.

Che tecnica utilizzi per le tue opere?

Attraverso la materia, cerco di comprendere. E mentre scruto il mondo, indago dentro me stessa. Sprofondando. Creo per sublimare. Creo per ascendere. Vago, mi addentro e mi perdo sperimentando, tra le varie tecniche. Acquerello, Olio, Scultura. Amo in particolare le rilevazioni dell’acqua e adoro far sprofondare le mie mani nelle argille.Attingo dai miei sogni e dalla mie allucinazioni notturne e diurne, dalle mie epifanie, squarci dai quali è possibile fare esperienza del mondo vero. Miro a giungere ad uno stato di Coscienza Superiore attraverso l’Arte. La Volontà rimane ferma e inossidabile, mai vacilla, le tecniche mutano e si mettono al Suo servizio.

Come descriveresti la tua arte?

Non so, non saprei e non spetta a me farlo. Lascio agli altri gli aggettivi. Spesso faccio fatica a trovare i nomi e titoli a ciò che la mia mente riesce a partorire perché potrebbero costituire un limite. Trovo più interessante ascoltare e osservare l’impatto che ha la mia arte con gli occhi esterni del mondo.

Un artista che stimi particolarmente?

Difficile dirne uno ma potrei cominciare da David Lynch, David Cronenberg, Francis Bacon, Hieronymus Bosch. Austin Osman Spare. Ana Mendieta. Tutto il simbolismo e surrealismo. Franz Von Stuck, Felicien Rops. Odilon Redon. Con tantissimo affetto mi viene in mente Tim Burton; grazie a lui mi sono appassionata all’animazione a Passo Uno, alla Stop Motion e alla realizzazione di modellini. Passione che non mollerò finché non avrò realizzato qualche cortometraggio. Devo a lui i primi esperimenti con la scultura e per questo avrà sempre la mia gratitudine infinita.

Progetti futuri?

Scoprire il mondo sensibile e sovrasensibile. Modellare, modellare, modellare.  Adoro omaggiare il Cinema, l’Arte prima di me e trarne ispirazione ma ho progetti più personali. Fin ad ora ho modellato in piccola scala ma ho in mente sculture a grandezza naturale da realizzare con i siliconi e tutto ciò che la natura ha da offrirmi. Intendo realizzare cose che possano incuriosire e portarci fuori dall’ordinario ma sempre dentro noi stessi per indicarci altre vie possibili. I progetti che ho in mente saranno incentrati sia sullo stupore ma anche sulla possibilità di mostrare la realtà densa e concreta, crudele, così com’è perché ne ho uno in particolare che sto maturando sul diritto alla vita e sulla guerra. E non avrà alcun tipo di filtro o censura, sarà nudo e crudo. Prendo molto sul serio ciò che avviene dentro e fuori nel mondo. Per ciò che c’è Oltre e nel quale credo, ne ho uno sui tarocchi e sui nostri antenati, sugli antichi Dei. Spero di comprare il prima possibile un Violoncello elettrico e comporre sonorità in modo spontaneo e d’impulso, per creare qualcosa di autentico e per potermi esprimere a tutto tondo. Non mi interessa se sarà bello o brutto, gradevole o sgradevole. L’autenticità mi manca in questo modo di plastica e vuoto, manca come l’aria, l’acqua. Ed è la cosa più bella ed onesta che un artista – in pasto e tra le fauci del mondo – possa regalare a questo.

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