TIZIANA SCHIAVARELLI

Classe 1960, è attrice, autrice, regista. Ha iniziato la sua carriera di attrice a Bari nella seconda metà degli anni settanta, all’età di quindici anni, debuttando in teatro con la Compagnia “Anonima G.R.”, dalla quale, pur avendo avuto percorsi personali teatrali, cinematografici e televisivi, non si è mai separata. Nelle tante produzioni teatrali in cui è stata protagonista, ha dato vita a varie caratterizzazioni sia comiche che drammatiche su diversi personaggi femminili. È autrice ed interprete di molte opere teatrali, autrice ed interprete di alcune serie televisive, autrice ed interprete di programmi radiofonici per la Rai. Impegnata anche musicalmente, è interprete di molte canzoni composte da Dante Marmone, con cui condivide le scene. E’ autrice del libro “Io, la seconda figlia” di cui ne è stato tratto un monologo teatrale. Ha partecipato a numerose fiction per Rai e Mediaset e produzioni cinematografiche. Conduce da alcuni anni laboratori di Teatro comico, dei quali è autrice dei testi che vengono rappresentati dagli allievi.

Qual è il tuo primo ricordo legato alla recitazione?

Nel lontanissimo 1976, avevo appena 16 anni. Conobbi un gruppo di giovanissimi artisti che avevano da poco formato la Compagnia Teatrale Anonima G.R. Li seguivo ovunque, tanto che avevo quasi imparato a memoria il loro primo spettacolo con cui ebbero da subito un grande successo. Furono recensiti dai più importanti critici delle maggiori testate nazionali come una novità assoluta nel campo della sperimentazione teatrale. Questo richiamò l’interesse dei vari teatri italiani e permise di farsi conoscere ovunque. In una delle tournée, l’attrice che recitava all’epoca con l’Anonima G.R. per un problema di salute, non poté seguire il gruppo, e non volendo rinunciare agli impegni presi con i Teatri, si pensò subito a me per una sostituzione provvisoria. Io andavo a scuola e non era poi così semplice convincere i miei genitori a farmi fare lunghe assenze per partire con loro. Ma quegli attori tenaci e pazzerelli, li implorarono così tanto che alla fine accettarono e mi lasciarono andare. Ero felicissima nella mia totale incoscienza di avventurarmi in questo nuovo gioco. Insomma fui letteralmente catapultata su un palcoscenico di Cuneo in Piemonte. Non so cosa combinai il giorno del mio debutto sulle scene, ma forse dimostrai tanto entusiasmo e tanta voglia di imparare che non mi mollarono più. Da quel lontanissimo giorno, non mi sono mai più fermata e quel gioco è diventato il mio lavoro, la mia vita.

Il tuo più grande successo come attrice?

Ho avuto tante esperienze straordinarie e ho avuto modo di conoscere gente straordinaria. Una delle tante entusiasmanti avventure è stata sul palco del Teatro Greco di Siracusa nella Lisistrata di Aristofane diretta da Tullio Solenghi. Una grande emozione recitare in uno tra i più antichi ed importanti Teatri del mondo. Ma il mio successo più grande è quello di vivere la mia vita sul palcoscenico.

L’interpretazione che hai amato di più?

È sempre l’ultima. Ho amato tutti i personaggi che ho interpretato perché ho sempre avuto la libertà di potermeli cucire addosso, di riportarli sulle mie corde recitative.

Hai avuto collaborazioni importanti?

Sono stata diretta dal grande regista Nanni Loy in due lavori teatrali, ho avuto il piacere di lavorare con due attori geniali come Tullio Solenghi e Massimo Lopez. Ho recitato in più di un’occasione con Lino Banfi, con Diego Abatantuono, con Claudio Amendola e forse ne dimentico qualcuno. Ma la mia collaborazione più importante resta sempre quella con Dante Marmone con cui da quel lontano 1976 lavoriamo fianco a fianco e ci siamo anche sposati.

Preferisci più il teatro o il cinema?

Il Teatro è la mia casa e non rinuncerei per nulla al mondo. Ma il Cinema ha un fascino immenso e mi piacerebbe farne molto di più.

Un aneddoto simpatico sulla tua carriera?

In tanti anni di carriera ne avrei un’infinità da raccontare. Ne cito uno tra i più recenti: in un immenso teatro all’aperto, mentre recitavo, ci furono dei problemi all’impianto audio. I microfoni cominciarono a funzionare a singhiozzo. Io cercai di destreggiarmi inventando gag su una mia improvvisa alterazione della voce, chiedendo se tra il pubblico ci fosse un otorino per farmi una visita alle corde vocali. Il pubblico si divertì tantissimo e ci fu uno scroscio di applausi.

Prossimi impegni?

Stiamo programmando una nuova serie televisiva tratta da un nostro spettacolo teatrale. Ma non dico di più per scaramanzia

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