Sono Valentina Portoghese ed oggi sono una conduttrice professionista nel settore dei media televisivi. La mia passione è nata all’età di 15 anni in una piccola realtà locale come inviata. Da quel momento ho capito che quella sarebbe stata la mia strada. Ho sviluppato, attraverso la pratica e l’esperienza, la capacità di adattarmi a ogni situazione. Ho collaborato a livello televisivo con realtà locali, sia piccole che grandi. Poi è arrivata la radio, la più grande forma di libertà di espressione che ci sia. In contemporanea, ho studiato teatro e maturato esperienze con compagnie teatrali locali e nazionali, e fino a qualche anno fa anche sul web con noti youtuber. Non voglio elencare il mio curriculum, ma ci tengo a far capire a chi pensa di poter fare questo mestiere che non ci si può improvvisare: alla base ci devono essere sempre un grande studio, regole precise, tanta disciplina e tanto amore per quello che si vuol fare.
Quando hai iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo?
Ho iniziato a muovere i miei primi passi nel mondo dello spettacolo da adolescente. È successo tutto per caso, non avrei mai pensato di avere una carriera in TV. Volevo essere una cantante: ero una corista in un gruppo hip-hop femminile. Un giorno, andando a fare un’intervista, il regista di una televisione mi chiese se volessi collaborare con loro come inviata. Mi assegnarono una piccola rubrica, la trasmissione si chiamava “Part-Time”. Da lì è cominciato tutto e ringrazierò sempre la persona che ha avuto quell’intuizione e che oggi lavora con me per Antenna Sud.
Il progetto più grande al quale hai partecipato? Il progetto più grande al quale ho partecipato in realtà non ha un nome, perché ce ne sono tanti. Ho collaborato con artisti nazionali, ma anche a livello locale in trasmissioni come quella che al momento sto conducendo su Antenna Sud. Si chiama “Io Resto al Sud” ed è una trasmissione la cui missione è valorizzare il territorio e le sue bellezze, e soprattutto divulgare cultura, cosa di cui oggi abbiamo tanto bisogno.
Se avessi la possibilità di condurre uno show tutto tuo, che show sarebbe?
Se avessi la possibilità di condurre uno show tutto mio, lo creerei. Ho maturato esperienze anche a livello autoriale, quindi ho delle idee ben precise in mente. Vi posso solo dire che mi piacerebbe che fosse indirizzato sul racconto della verità. Sono una persona molto realista e penso che la televisione oggi debba fare questo: non creare illusioni, ma raccontare verità, creando il giusto equilibrio per il telespettatore che si è disaffezionato a quasi tutto e alla vita vera raccontata in TV.
Ti piace più lavorare in TV, in radio o stare su un palco?
Non mi chiedete se mi piace lavorare in TV, in radio o salire sul palco, perché in tutti questi tre casi c’è sempre un palco alla base. Quel palco va onorato e rispettato sempre. Non tutti possono stare sul palco, non per una questione di visibilità, ma di concretezza. Non tutti sono portati per questo mestiere e non tutti possono pensare di farlo: ci vuole talento, quello vero, che oggi manca.
Cosa ti piace di più del tuo mestiere?
Ciò che mi piace di più del mio mestiere è il fatto che non smetti mai di amarlo, perché ti insegna ogni giorno qualcosa di nuovo e crea un effetto dal quale è difficile poi distaccarsi.
Sogni nel cassetto?
I sogni nel cassetto sono una domanda che si fa a chiunque. Se devo rispondere in maniera sincera, forse un tempo avevo dei sogni nel cassetto. Ora preferisco guardare a quello che il presente mi offre. Di certo mi farebbe molto piacere lavorare per la Rai o per Mediaset, che ritengo essere le realtà migliori in Italia.